Carrara: Il marmo che nasce dal mare

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Quando si parla di Carrara viene immediatamente in mente il marmo, le bianche cave che incidono le montagne circostanti, il pregio delle opere che se ne ricavano. Non è un caso che spesso il marmo di Carrara venga da molti considerato non “un marmo”, ma “il marmo” per eccellenza.

Non c’è scultore nel novero dei più grandi che non si sia cimentato nella sua lavorazione e la sua candida bellezza fa sfoggio di sè in prestigiosi edifici sparsi in tutto il globo. Basti pensare che alcuni dei più importanti grattacieli americani e non solo sono proprio rivestiti di marmo bianco di Carrara. La pregiata roccia carrarese segna letteralmente il paesaggio dei dintorni cittadini sin da epoca remota. Le cave di marmo scavate in epoca romana sono ancora oggi visibili. Se ne ricavava quella che, all’epoca, veniva definita Pietra di Luni perchè dopo l’estrazione veniva trasportata via mare salpando proprio dal porto di Luni.

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Successivamente, in epoca medievale, il suo utilizzo si diffuse in tutta l’Italia centrosettentrionale ad opera dei maestri comacini che lo impiegavano soprattutto per la costruzione di cattedrali. Durante il Rinascimento Michelangelo ne fece largo uso e provvedeva personalmente alla selezione dei blocchi da trasformare nelle sue celeberrime sculture recandosi direttamente in cava. E da allora la sua fama non ha mai vacillato tanto da essere considerato, ancora oggi, sinonimo di elevato pregio ed eleganza.

Si tratta di una roccia metamorfica formata da cristalli di carbonato di calcio di dimensioni quasi microscopiche e nata, come tutte quelle di questo tipo, da rocce preesistenti che hanno mutato la propria struttura cristallina a seguito di una forte variazione di pressione e/o temperatura. Nel caso del marmo di Carrara la sua origine risale a quella della formazione delle Alpi Apuane.

In epoca giurassica inferiore (circa 190 milioni di anni fa) gran parte delle zone che oggi costitiuscono la Toscana settentrionale erano occupate dal mare sui cui fondali si depositava un sedimento calcareo che dette origine ad una piattaforma carbonatica. I movimenti della crosta terrestre da cui generarono gli Appennini fecero emergere tale piattaforma carbonatica ed il mare si trasformò in montagne.

Quasi ovunque la struttura carbonatica rimase invariate, ma non nella zona delle Alpi Apuane dove una consistente variazione di pressione provocò un cambiamento della struttura cristallina del calcare che divenne marmo. La piattaforma carbonatica, sottoposta ad immane pressione si ripiegò più volte su sè stessa, generando la complessa struttura geologica che contraddistinge le Alpi Apuane.

Fonte: www.turismo.it