Export: il Made in Italy torna a crescere e segna un +35% in estate

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Questo è stato sicuramente un anno molto difficile per le aziende italiane, forse il più complesso di sempre, per via della crisi causata dalla pandemia e dalle conseguenze del lockdown.

Nonostante si continui a vivere nell’incertezza, le imprese del nostro paese provano a rialzare la testa, confortate da un dato: il made in Italy piace e continua a piacere all’estero, tanto che l’export ha segnato in estate una crescita del 35%. Vediamo quindi di approfondire il tema.

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Il ritorno del made in Italy

La prima metà del 2020 è stata drammatica per le aziende e non solo, a causa degli sconvolgimenti provocati dal Covid, con un effetto a cascata su tutti i mercati.

I numeri sono calati a picco, ma la parziale ripresa dell’economia è partita già in estate con un rimbalzo del Pil pari al 16,1% visto nel terzo trimestre.

Sono tornate a crescere in particolare le esportazioni del nostro Paese, con un incremento del 35% durante i mesi estivi: una notizia non solo incoraggiante, ma quasi inaspettata. Stando ai dati dell’Istat, in realtà le notizie positive sono due: le esportazioni crescono non solo in direzione dei paesi europei, ma anche verso la zona extra-UE, confermando che il marchio italiano piaccia ancora molto.

Naturalmente la strada da percorrere è ancora lunga, considerando che il 2020 con tutta probabilità verrà chiuso con un calo complessivo dell’export intorno al -30%. Di contro, ci sono alcuni settori in particolare che hanno bruciato le tappe, portando percentuali di crescita molto ampie.

Si fa riferimento soprattutto al comparto dei beni di consumo durevoli, dei beni intermedi e dei beni strumentali. In netta flessione invece il settore dei macchinari, dei prodotti in metallo, dei prodotti sportivi e dei giochi, insieme all’abbigliamento.

Un settore pronto a ripartire

Stando al rapporto SACE, la pandemia non riuscirà a fermare il marchio made in Italy, che dovrebbe ripartire con un segno in positivo già dal 2021.

Le prospettive del marchio made in Italy e delle esportazioni sono dunque positive, se si guarda nell’immediato, soprattutto verso i paesi europei e la zona CSI. Sempre secondo le stime del rapporto SACE, nel 2021 si dovrebbero addirittura superare i valori collezionati nel 2019, dunque in era pre-Covid. Un discorso simile va fatto per le prospettive dell’export italiano in aree come quella del Nord Africa e del Medio Oriente, mentre in previsione le difficoltà maggiori emergeranno per i mercati dell’America Latina.

Sebbene sia un anno difficile, la ripresa dei consumi e delle esportazioni in estate permette di sperare in un futuro migliore per il made in Italy.

Fonte: www.viveresenigallia.it