L’’esperienza immersiva per i visitatori grazie a visori tecnologici. Il direttore della Veneranda Fabbrica: l’obiettivo è incrementare il turismo rispettando la sacralità di un luogo di preghiera
Sei lì, in Duomo, tra le navate che ti sovrastano e ti dischiudono ad ogni passo un pezzo del loro patrimonio di bellezza, ma filtrato dai sottili occhiali tecnologici lo sguardo può cogliere dettagli della cattedrale ai tempi di Sant’Ambrogio, mentre dagli auricolari una guida di racconta cosa hanno saputo fare gli uomini e la Storia. Poi ti trasferisci nella piccola chiesa di San Gottardo e, indossati gli occhiali digitali, ti ritrovi a un centinaio di chilometri di distanza, nella cava di Candoglia, dove da sei secoli viene estratto il marmo per la chiesa dei milanesi.
Grazie alla tecnologia, il Duomo — che comunque non è mai stato uguale a se stesso — aumenta il perimetro della sua bellezza. Tra un paio di settimane i visitatori potranno provare la vertigine di trovarsi sul carroponte al centro della cava, grazie alla realtà virtuale, e fare un tuffo nel passato per esplorare la cattedrale nel corso dei secoli, grazie alla realtà aumentata. Sono queste le nuove iniziative digitali e culturali della Veneranda Fabbrica del Duomo, realizzate con il contributo di Fondazione Cariplo e il sostegno di American Express. Da fine luglio, attraverso il sito Duomomilano.it e le biglietterie, si potranno prenotare anche le due esperienze virtuali, al prezzo di 6 e 10 euro.
«Per noi è un cammino nel mondo digitale iniziato da qualche anno, con la digitalizzazione dell’archivio durante il Covid — spiega Fulvio Pravadelli, direttore generale della Veneranda Fabbrica — e mesi fa con la webcam sotto la Madonnina». L’obiettivo è incrementare ulteriormente il turismo «rispettando la sacralità di un luogo di preghiera». Infatti gli ausili digitali permettono, per esempio, di esplorare l’area archeologica con il battistero di San Giovanni alle Fonti, attraverso una ricostruzione storica, scoprire il funzionamento della Meridiana della cattedrale o anche vivere la Salita della Nivola fino al Santo Chiodo. «Quando la tecnologia si pone al servizio dell’uomo e della cultura, si generano sorprendenti potenzialità e aiuta a immergersi nella realtà della nostra Cattedrale con occhi nuovi», commenta monsignor Gianantonio Borgonovo, arciprete del Duomo e direttore dell’area cultura della Veneranda Fabbrica.
Intanto piove a dirotto sul Duomo, ma i «doccioni» o gargoyle, cioè i 150 mostri fantastici che «sorvegliano» la cattedrale sporgendosi dalle pareti, svolgono il loro lavoro e scolmano guglie terrazze dall’acqua piovana. Anche la tecnologia di sei secoli fa funziona bene.
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Fonte: milano.corriere.it