In Italia l’arte diventa realtà

Lo scultore Franco Cervietti nella sua bottega a Pietrasanta. La sua squadra di nove persone, lavorando principalmente a mano, produce solo circa 60 pezzi all'anno. Clara Vannucci per il New York Times
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Da secoli gli artigiani di Pietrasanta traducono in marmo e bronzo le idee degli artisti

Franco Cervietti ha scolpito la sua prima copia a grandezza naturale del “David” di Michelangelo quando aveva 29 anni. Ha scolpito il capolavoro alto 17 piedi altre cinque volte in 60 anni nella bottega di Pietrasanta della sua famiglia, cesellandolo nella stessa Carrara color nuvola marmo che Michelangelo scelse dalle cave di questa zona, una pietra scavata per la prima volta qui dai Romani più di 2000 anni fa.

Un artigiano Cervietti al lavoro nella sala finissaggio, con indosso un tradizionale cappello di carta da giornale piegato per tenere lontana la polvere di marmo dai capelli. Clara Vannucci per il New York Times

“Gli antichi egizi lavoravano ogni tipo di pietra, e anche noi possiamo”, ha detto Cervietti. “Ma la pietra da queste parti è la migliore.”

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Le cave tra le creste marmoree delle Alpi Apuane – bianche scintillanti, come cime innevate sulle cime del crinale – hanno trasformato la cittadina tascabile di Pietrasanta (popolazione 2018: 23.600) e i suoi borghi circostanti nella capitale della scultura italiana di fama mondiale.

La Piazza Duomo nella piccola città toscana di Pietrasanta, che ha 55 laboratori di marmo e fonderie di bronzo. Clara Vannucci per il New York Times

Pietrasanta conta 55 laboratori di marmo e fonderie di bronzo nelle sue sole 16 miglia quadrate, racchiuse tra le montagne e il Mar Tirreno in Toscana. Negli anni ha portato celebri artisti internazionali – tra cui Henry Moore, Isamu Noguchi, Igor Mitoraj, Joan Mirò, Fernando Botero e Niki de Saint Phalle – a lavorare e, in alcuni casi, a vivere qui.

Fonte: nytimes.com