Fmi: perché il 2023 sarà un anno più difficile, ma con una via di fuga

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L’amministratore delegato del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, ha avvertito che l’economia globale deve affrontare «un anno difficile, più duro di quello che ci lasciamo alle spalle».

«Prevediamo che un terzo dell’economia mondiale sarà in recessione», ha spiegato Georgieva al programma Face the Nation del canale americano CBS in un’intervista trasmessa il 1° gennaio. «Per quale ragione? Perché le tre grandi economie mondiali – Usa, Ue, Cina – stanno tutte rallentando contemporaneamente».

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Che cosa accadrà a Usa, Ue, Cina nel 2023

Il Fondo monetario internazionale ha già avvertito lo scorso ottobre che più di un terzo dell’economia globale si contrarrà e che esiste una probabilità del 25% che il Pil mondiale cresca sotto il 2% nel 2023, un dato equivalente ad una recessione globale.

Esaminando le tre maggiori economie su CBS, Georgieva ha dipinto un quadro misto della loro capacità di resistere alla recessione. Infatti, mentre «gli Stati Uniti potrebbero evitare la recessione», l’Unione europea è stata «colpita molto duramente dalla guerra in Ucraina, con la conseguenza che metà dell’Ue sarà in recessione l’anno prossimo», ha avvertito il Direttore generale. Allo stesso tempo, la Cina dovrà affrontare un «anno difficile».

I dati pubblicati lunedì hanno indicato che il brusco capovolgimento della politica Covid-Zero da parte della Cina ha indotto l’attività economica di dicembre a muoversi al ritmo più lento da febbraio 2020, quando il virus si è diffuso nelle principali città e ha spinto le persone a rimanere a casa di spontanea volontà e le imprese a chiudere.

Il rallentamento nelle maggiori economie «si traduce in tendenze negative a livello globale: quando guardiamo ai mercati emergenti nei Paesi in via di sviluppo, lì il quadro è ancora più terribile», ha aggiunto Georgieva.

Gli Usa riusciranno a salvare l’economia globale nel 2023?

I numeri dell’indice dei responsabili degli acquisti per la produzione pubblicati lunedì 2 gennaio hanno mostrato letture negative in Europa, Turchia e Corea del Sud. I dati che saranno pubblicati martedì 3 gennaio dovrebbero rivelare numeri altrettanto grigi per Malesia, Taiwan, Vietnam, Regno Unito, Canada e Stati Uniti.

Tuttavia, le prospettive per la più grande economia del mondo possono offrire una tregua. «Se la resilienza del mercato del lavoro negli Stati Uniti regge, gli Usa potrebbero aiutare il mondo a superare un anno molto difficile», ha concluso Georgieva.

Fonte: www.milanofinanza.it