Onice: scopriamo questa roccia pregiata

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Quando si parla di pietre naturali si fa spesso riferimento a marmo o granito, eppure c’è un ulteriore materiale da considerare.

Stiamo parlando dell’onice (dal greco “onyx”, che significa “unghia” o “artiglio”), dotata di caratteristiche tecniche uniche e molto utilizzata in diversi ambiti per la sua luminosità e resistenza. Ecco cosa sapere a riguardo!

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onice: la sua storia e le caratteristiche

Con il termine “onice” si è soliti indicare due famiglie di rocce distinte: l’onice silicea (di tonalità nera con striature bianche) e quella calcarea (o alabastrite, disponibile in colori diversi). Dal punto di vista mineralogico si classifica come una varietà di calcedonio, ossia di quarzo in masse compatte microcristalline, il cui colore varia da opaco a semi-opaco. Si tratta di un materiale pregiato e delicato allo stesso tempo, traslucido, molto compatto e anche retro-illuminatile. Se vi è rimasta impressa l’etimologia del nome, ci sono due spiegazioni a riguardo: quella legata al suo aspetto – l’onice richiama infatti la forma delle unghie – e quella legata al mito. Secondo la leggenda, infatti, l’onice sarebbe stata creata da Cupido, che tagliò le unghie a Venere mentre dormiva spargendole sul pavimento. Furono le Parche, successivamente, a trasformarle in gemme. I latini, invece, rinominarono l’onice “marmor alabastrum” in riferimento alla fortezza Alabastra di Tebe, una zona della periferia centrale della Grecia particolarmente ricca di cave. Nell’antica Roma, questa pietra era molto utilizzata per la glittica (l’arte degli intagli) in quanto, grazie ai diversi strati di colore da cui è composta, si ottenevano dei rilievi chiari nettamente visibili sullo sfondo scuro: basti pensare ai numerosi cammei realizzati in onice giunti fino a noi. Grazie all’ampia varietà cromatica e alla propria durezza e luminosità, l’onice viene utilizzata in diversi ambienti e per diversi utilizzi.

quanti tipi di onice esistono?

L’onice si estrae generalmente in India, Messico, Iran, Turchia, Brasile, Uruguay e Madagascar. Come abbiamo già visto, l’onice silicea si caratterizza per il colore nero con striature bianche, mentre quella calcarea si presenta in colori diversi quali verde, arancio, marrone, rosso, bianco e alabastro. Ecco qualche tipologia da conoscere:

  • Onice nera: dal colore nero e con striature bianche, viene particolarmente apprezzata nella cristalloterapia per riequilibrare il primo chakra e per i suoi presunti benefici a livello fisico, psichico e spirituale.
  • Onice pesca: originaria del Messico, presenta delle venature rosa tenui.
  • Onice dorata: dallo sfondo beige, è caratterizzata da finissime striature interne.
  • Onice Verde: proveniente da India e Pakistan, si presenta di colore verde chiaro (molto raro), medio e scuro, spesso attraversato da venature rosse, rosa e bianche.
  • Onice Vulcano: si trova in Turchia e deve il suo nome al colore rosso intenso.
  • Onice Tigre: così chiamata perché ricorda i colori e le striature di una tigre, passando per il rosso, il marrone e l’oro.

perché è così apprezzata come roccia

Oltre al suo diffuso utilizzo nella cristalloterapia, a livello pratico viene impiegata per la realizzazione di elementi d’arredo retroilluminati che donano armonia e luminosità all’ ambiente, ma anche per la creazione di pavimenti e rivestimenti (soprattutto nella zona bagno),oggetti di design e gioielli preziosi. L’onice nera viene inoltre ampiamente utilizzata per realizzare incisioni. Essendo particolarmente pregiata, bella, luminosa e durevole nel tempo, l’onice riscuote da sempre un enorme successo in numerosi ambiti ed è considerata una delle pietre naturali più famose e sfruttate al mondo.

Fonte: www.marmomac.com