Sos artigiani: Scalpellini del marmo in calo, settore a rischio

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“Gli artigiani del marmo in forte calo. Bisogna riaprire le antiche botteghe”. Il grido d’allarme è lanciato dal direttore di Confartigianato, Gabriele Mascardi, dal presidente della categoria marmo Michele Monfroni, e da Giacomo Cucurnia e Alberto Devoti, rispettivamente presidente e coordinatore di Cna.

Invitati nella commissione Attività produttive presieduta da Luca Vinchesi, i vertici di Confartigianato e Cna hanno illustrato un quadro a dir poco preoccupante per il futuro dell’artigianato artistico del marmo in città. Colpa di una burocrazia lenta e macchinosa che sta impedendo la formazione delle nuove generazioni di artigiani. “Si parla dell’artigianato come rilancio – spiega Gabriele Mascardi – ma in realtà i numeri sono impietosi. Ci sono sempre meno artigiani e si tramanda con una frequenza bassa, sia per l’uso dei macchinari, che non stigmatizzo ma è un dato da tener presente, sia perché gli studi che dovrebbero formare i ragazzi non possono farlo se non per un periodo limitato di tirocinio”.

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Una situazione da correggere, stando al parere di Mascardi, utilizzando una legge esistente regionale che introduce il cosiddetto maestro artigiano. Solo un maestro artigiano può per legge qualificare il suo laboratorio come scuola-bottega e prendere così dei ragazzi per la formazione. “E’ una soluzione che però si scontra con la burocrazia – sottolineano Mascardi e Monfroni – e per la quale noi abbiamo sollevato il problema alla Camera di commercio e alla Regione. Bisogna istituire una commissione locale che faccia partire l’iter per le scuole-bottega ma la situazione è ferma. Servono risposte rapide”.

Carenza di artigiani che è il risultato non solo di lentezza burocratica, ma che affonda le radici anche da un punto di vista economico; con le nuove generazioni che preferiscono definirsi come artisti piuttosto che artigiani per averne un vantaggio fiscale. “Nelle liste di Carrara città creativa Unesco abbiamo 300 persone che risultano impiegate nella lavorazione del marmo – spiega Giacomo Cucurnia di Cna – e quasi tutte si qualificano come artisti, ma non artigiani. Un artigiano ha più costi fissi mentre l’artista paga in base a quanto fattura ed è un altro elemento che sta contribuendo alla lenta scomparsa dell’artigiano”.

Ed è proprio dalle nuove generazioni e dalle scuole più vicine al settore marmo, che secondo la Cna sarà da fare un ulteriore lavoro per migliorare le percezione che molti hanno sul ruolo dell’artigiano.

Fonte: www.lanazione.it