Dopo l’Alta Versilia, “Uomini di pietra” e Dmax arrivano sulle cave apuane

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“Si tratta di una produzione importante che sarà trasmessa su un canale riconosciuto a livello nazionale e internazionale e quindi rappresenterà un’occasione per promuovere sia il nostro marmo sia le città di Massa e Carrara. Per questo stiamo ragionando se accogliere l’interesse a noi rivolto per questa grande opportunità rappresentata da una serie Tv sui nostri cavatori, sulle nostre aziende, sul nostro territorio da parte del canale Dmax”, così il presidente della delegazione locale di Confindustria, Matteo Venturi, sul progetto presentato in questi giorni al Comune di Carrara per realizzare sulle cave apuane una nuova stagione della trasmissione “Uomini di Pietra”.

“È positivo che Discovery, dopo aver girato la prima serie nell’Alta Versilia, oggi scelga Massa-Carrara – aggiunge Venturi – perché si tratta di un riconoscimento a tutta la nostra comunità e al suo legame secolare col marmo. Per Massa e per Carrara sarebbe un bel biglietto da visita e spero anche un modo per tornare a considerare il marmo, i cavatori e le aziende al monte come al piano come un patrimonio di tutta la comunità”.

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“Penso che quando superiamo incomprensioni e pregiudizi e quando ci poniamo un obiettivo comune e lavoriamo in squadra, siamo in grado come territorio di raggiungere obiettivi ragguardevoli – spiega Venturi – e quindi il mio auspicio è che questa offerta di Dmax sia anche occasione per costruire una nuova relazione fra aziende ed istituzioni pubbliche. Così da considerare, finalmente, le imprese ed il mondo del lavoro, anche nel settore marmo, come una risorsa di tutti ed un valore su cui investire come comunità”.

“Per quanto riguarda l’Associazione che insieme ai miei colleghi della governance guido – conclude Venturi – siamo pronti a muoverci presso le nostre aziende associate per verificare concretamente la possibilità di portare avanti questa iniziativa di Dmax, così da mostrare in Italia e nel mondo una serie Tv che racconti i nostri cavatori ed il nostro marmo, cioè un patrimonio storico di lavoro e cultura unico al mondo”.

Fonte: www.voceapuana.com