Nel 2024, il distretto del marmo di Carrara ha registrato una delle sue performance più brillanti degli ultimi anni, con esportazioni pari a 805 milioni di euro, in crescita del 12,3% rispetto al 2023. Gran parte di questo incremento si è concentrato nella seconda metà dell’anno, confermando Carrara come punto di riferimento mondiale nel settore della pietra naturale di alta gamma.
I dati emergono dall’analisi condotta dal Research Department di Intesa Sanpaolo, nell’ambito delle attività di supporto all’economia locale promosse dalla Direzione Regionale Toscana e Umbria, parte della Divisione Banca dei Territori guidata da Stefano Barrese.
Gli Stati Uniti si sono confermati il principale mercato di sbocco, con esportazioni pari a 239 milioni di euro, in netta crescita rispetto ai 196 milioni del 2023. A trainare l’aumento è stata soprattutto la domanda di marmo lavorato, che rappresenta la componente a maggior valore aggiunto del settore. Segue la Cina, con 162 milioni di euro di importazioni, alimentate principalmente dal marmo grezzo e da componenti meccaniche legate alla lavorazione della pietra.
Tra i mercati emergenti, si distinguono l’Arabia Saudita (59 milioni di euro) e gli Emirati Arabi Uniti (44 milioni), entrambi caratterizzati da una crescente richiesta di materiali lavorati di alta qualità. Anche l’India ha mostrato un aumento significativo della domanda, segnalando una diversificazione geografica sempre più ampia.
Nel complesso, il marmo lavorato si è confermato come il motore principale della crescita delle esportazioni, dimostrando la capacità del distretto non solo di fornire materia prima, ma anche di valorizzarla attraverso competenze artigianali e innovazione. Al contrario, alcuni mercati come il Qatar hanno registrato una flessione, in particolare nella componente del marmo lavorato.
Con una tradizione secolare e un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale, il marmo di Carrara si conferma nel 2024 non solo come simbolo del Made in Italy, ma anche come pilastro strategico per l’export e la competitività del settore lapideo.