Il marmo: le tecniche di trasformazione

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Il marmo di Carrara, una volta ridotto in blocchi, viene destinato alle navi che lo attendono al porto per trasportarlo in tutto il mondo, oppure viene trasferito pressi i laboratori che trasformeranno il materiale lapideo in un prodotto lavorato.

Una delle principali destinazioni dei blocchi è costituita dalle segherie che si trovano in tutta la zona industriale apuana: si tratta di laboratori dove il marmo viene segato e ridotto in lastre di vario spessore. L’operazione di segagione avviene con l’utilizzo di diversi macchinari: i più diffusi sono la tagliablocchi a disco diamantato, e i telai multifilo o multilama, dotati di fili o lame la cui distanza può essere regolata al fine di ottenere lastre o strisce dello spessore desiderato. Esistono poi macchinari che eseguono il lavoro di sbozzatura dei blocchi qualora questi ultimi debbano essere destinati ai laboratori di scultura che li trasformeranno in opere d’arte: la sgrossatura del blocco di marmo viene infatti affidata alle macchine.

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Altra operazione che viene eseguita sul blocco da trasformare è la lucidatura: le lastre vengono passate alle macchine lucidatrici, che fanno scorrere sulla superficie del marmo materiali abrasivi al fine di levigarla (operazione che serve per livellare la superficie ed eliminare eventuali asperità) e lucidarla per esaltare colori e disegni del materiale. Si tratta di un’operazione non semplice, perché un errore nella programmazione del macchinario può portare a risultati non uniformi. Generalmente la lucidatura si esegue sulle lastre che verranno destinate a opere di pavimentazione.

Le lastre possono poi essere ridotte in masselli di minori dimensioni tramite l’utilizzo di frese, macchine che tagliano le lastre grezze in elementi più piccoli di dimensioni prestabilite, che saranno destinati agli usi più svariati.

Fonte: www.carraramarbletour.it