Il porfido: tutte le peculiarità di questa pietra unica

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Con il termine “porfido” (dal greco antico “πορφυροῦς”, ossia viola), si fa riferimento a una qualsiasi roccia magmatica acida a tessitura porfica che presenta una grande quantità di cristalli minuscoli e fenocristalli nella base.

Il colore varia dal rosso al marrone, passando per il viola e il grigio. Molto utilizzato per la realizzazione di pavimenti e nell’edilizia, il porfido rappresenta una pietra unica nel suo genere. Ecco cosa sapere a riguardo!

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le caratteristiche principali del porfido

Il porfido è una roccia ignea, ovvero di origine vulcanica, con una struttura a grana non uniforme, formata prevalentemente da una pasta di fondo microcristallina o vetrosa nella quale sono immersi dei fenocristalli – come quarzo e feldspati. Essendo la composizione mineralogica del porfido molto varia, si è soliti aggiungere il nome di un minerale o della roccia intrusiva/effusiva di riferimento come suffisso per identificarlo (ad esempio: porfido quarzifero). La struttura porfica presenta numerose caratteristiche tecniche vantaggiose, come l’elevato carico di rottura a pressione, la resistenza agli attacchi chimici e agli sbalzi di temperatura, la compattezza, la durata nel tempo, la capacità di mantenere inalterate le sue peculiarità e la bellezza estetica. Tutti questi elementi fanno del porfido uno dei più importanti materiali da pavimentazione e rivestimento: inoltre, la sua ruvidità naturale permette ai pavimenti realizzati con tale materiale di essere meno scivolosi rispetto ad altri, ed è per questo che viene particolarmente utilizzato nell’outdoor.

l’estrazione del porfido

In Italia, la più grande estensione di porfidi si ha in Trentino-Alto Adige, in un complesso noto come “Piattaforma Porfirica Atesina” che si estende su una superficie di 750 km2. Altre zone di riferimento si hanno nelle Prealpi bergamasche e bresciane, sull’isola d’Elba e in Sardegna. In base alla località, il porfido assume sfumature diverse e si utilizzano tecniche di estrazione e lavorazione differenti. In Trentino, ad esempio, le tonalità di riferimento sono rosso, marrone, bordeaux, grigio e violaceo, e proprio qui si è soliti riferirsi al porfido come “oro rosso”, in quanto rappresenta da sempre una fonte di ricchezza unica per il luogo. Generalmente l’estrazione del porfido avviene a cielo aperto, sfruttando la tecnica delle mine piane: dopo essere stato separato dai materiali di scarto, il porfido viene lavorato e ridotto per lo più sotto forma di lastre di dimensioni e spessori variabili.

perché è una roccia così caratteristica

Date le sue caratteristiche di resistenza (sia rispetto alla temperatura che all’usura) e durezza, il porfido viene spesso utilizzato per applicazioni all’aperto, come pavimentazioni esterne o stradali (anche sotto forma di sampietrini) e rivestimenti. Non a caso, è uno dei materiali di riferimento per i progetti di riqualificazione dei centri storici e lo si trova in zone pedonali e piazze. Il porfido per pavimenti viene solitamente utilizzato come sampietrino, in forma cubica, o per ottenere piastrelle, lastre o addirittura mosaici. Viene usato inoltre per la realizzazione di elementi decorativi/architettonici, come piani da cucina, scale e pilastri, e per l’arredo da giardino, come patii, bordi di piscina e viali d’accesso. Quello del Trentino viene anche sfruttato per l’arredamento d’interni pregiati, soprattutto in cucina. La varietà cromatica e le incredibili qualità tecniche e funzionali fanno del porfido un materiale senza tempo, che dall’antichità a oggi ha saputo soddisfare i più diversi gusti ed esigenze e che è per questo apprezzato sia da committenti pubblici che privati: in altre parole un materiale insostituibile.

Fonte: www.marmomac.com