La Pietà Vaticana: Un capolavoro divino di Michelangelo Buonarroti

Photo: Wikipedia
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Forse nemmeno lo stesso Michelangelo Buonarroti, quando iniziò a lavorare alla sua Pietà più nota, sapeva che da quel blocco di marmo avrebbe estratto uno dei capolavori più ammirati dell’arte a livello mondiale.

«Non fatta di marmo da mano mortale ma discesa divinamente dal Paradiso». Così definì senza mezzi termini la Pietà Vaticana di Michelangelo Buonarroti il letterato Benedetto Varchi nella lunga orazione funebre che scrisse in occasione del funerale dell’artista, celebrato nella Basilica di San Lorenzo a Firenze il 14 luglio del 1564, cinque mesi dopo la sua morte.

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Osservando oggi quel capolavoro assoluto dell’arte mondiale, tali parole riecheggiano tutt’attorno. Può un ragazzo poco più che ventenne essere capace di dare forma a tanta grazia e perfezione? Certo, ma solo se si chiama Michelangelo Buonarroti.

Michelangelo scelse di scolpire nel marmo un momento della passione di Cristo che non si trova nei Vangeli e nemmeno nella letteratura apocrifa, ma che spesso veniva proposto nell’arte nordeuropea. Con una composizione a fiamma che vede il suo vertice nel capo della Madonna, il sommo scultore diede forma a una giovanissima madre che tiene in braccio il corpo del figlio privo di vita.

La Madonna appare più giovane del figlio trentatreenne e Michelangelo, al quale venne fatta notare la stranezza, si difese dalle critiche spiegando che la verginità e l’incorruttibilità dell’animo mantengono giovani le donne. D’altro canto va ricordato che Buonarroti conosceva bene la Divina Commedia di Dante Alighieri, e ne era anzi un profondo estimatore. Nel Canto XXXIII del Paradiso Dante fece pronunciare le parole «Vergine Madre, figlia del tuo figlio» a San Bernardo, le stesse che Michelangelo rese tangibili nella Pietà.

La Pietà Vaticana è l’unica opera che Michelangelo volle firmare. La stola che attraversa il petto della Vergine mostra incise le parole MICHAEL A[N]GELVS BONAROTVS FLORENT[INVS] FACIEBA[T]. Alcune lettere compaiono dentro le altre mentre i caratteri diventano sempre più ravvicinati e piccoli verso la fine della frase. L’ultima T nemmeno si vede ma rimane nascosta dal velo della Madonna.

Fonte: www.storicang.it