Un Tesoro Naturale: Il Monte Altissimo e le Cave di Marmo

Foto: Fondazione Henraux
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“Di grana unita, omogenea, cristallina, ricorda lo zucchero”. Così Michelangelo Buonarroti descriveva il marmo del Monte Altissimo, vetta della Alpi Apuane che domina tutta l’alta Versilia.

L’artista scoprì le qualità straordinarie di questo marmo nel 1517 e decise di servirsene per la realizzazione della facciata della chiesa di San Lorenzo a Firenze riuscendo a ottenere dalle autorità fiorentine un accordo molto vantaggioso: avrebbe potuto rifornirsi a vita (e gratuitamente) di marmi dell’Altissimo se fosse riuscito a mettere in esercizio quelle cave.

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Il Buonarroti si mise all’opera ma nel 1520 una breve di papa Leone X lo sollevò dall’incarico. La facciata della chiesa di San Lorenzo a Firenze non fu mai completata. Michelangelo, tuttavia, non fu l’unico ad accorgersi delle qualità di quel marmo: alcuni anni dopo, su ordine di Cosimo I de Medici, la cava veniva messa all’opera e iniziavano le estrazioni.

Oggi, 450 anni dopo, la vetta Apuana continua a regalare marmi pregiatissimi. Le continue attività estrattive – che secondo il Buonarroti avrebbero potuto andare avanti “fino alla fine dei tempi” – hanno profondamente modificato il paesaggio circostante in un modo che neanche lo stesso artista avrebbe potuto immaginare.

Fonte: www.repubblica.it