La Svezia annuncia la scoperta del più grande giacimento di terre rare in Europa

A relief map of the Per Gejer deposit, unveiled on 12 January 2023 in the LKAB ore mine, 500 meters below the surface, in the presence of some 60 Brussels-based journalists. [Georgi Gotev]
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In Svezia è stato scoperto un enorme giacimento di terre rare, il più grande mai rinvenuto in Europa, che potrebbe diventare fondamentale per sottrarre l’Unione Europea al monopolio quasi totale esercitato oggi dalla Cina su queste preziosissime risorse. La scoperta è stata fatta a Kiruna dalla Lkab, la società statale mineraria svedese di proprietà statale: in una conferenza stampa indetta per l’occasione, il Ceo Jan Moström ha parlato di risorse per oltre un milione di tonnellate di terre rare.

“Questa è una buona notizia, non solo per Lkab, la regione e il popolo svedese, ma anche per l’Europa e il clima – ha spiegato Moström – Questo è il più grande deposito conosciuto di elementi di terre rare nella nostra parte del mondo e potrebbe diventare un elemento fondamentale per la produzione delle materie prime fondamentali che sono assolutamente cruciali per consentire la transizione verde. Ci troviamo di fronte a un problema di approvvigionamento. Senza terre rare, non ci possono essere veicoli elettrici”.

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Che cosa sono le terre rare 

Per terre rare si intende un gruppo di elementi chimici con proprietà fisiche e chimiche simili, utilizzati in una vasta gamma di applicazioni high-tech, tra cui dispositivi elettronici, telefoni cellulari, display a cristalli liquidi, batterie, turbine eoliche e magneti.

Si tratta di 17 elementi chimici: scandio, ittrio e i 15 lantanoidi ovvero, nell’ordine della tavola periodica, Lantanio, Cerio, Praseodimio, Neodimio, Promezio, Samario, Europio, Gadolinio, Terbio, Disprosio, Olmio, Erbio, Tulio, Itterbio e Lutezio.

A dispetto del nome, il termine “terre rare” viene assegnato a questi speciali elementi chimici presenti nei minerali non per la loro scarsa presenza, ma per via della loro difficile identificazione oltreché per la complessità del processo di estrazione e lavorazione del minerale puro. Complessità che comporta anche, in molti casi, impatti ambientali non indifferenti.

Il più grande deposito in Europa

Kiruna, la città più settentrionale della Svezia, si trova a circa 20 miglia dal circolo polare artico nella Lapponia svedese. L’operazione mineraria di Lkab si svolge nelle immediate vicinanze, in quella che era già considerata la più grande miniera sotterranea di minerali del mondo, e chiamata Per Geijer. Le grandi quantità di terre rare (Rare earth metals, o Ree) trovate sarebbero sufficienti per soddisfare gran parte della domanda futura dell’Ue per la produzione dei magneti permanenti necessari per i motori, tra l’altro, nei veicoli elettrici e nelle turbine eoliche, dando un grande impulso all’utilizzo di fonti rinnovabili.

Europe’s largest deposit of rare earth metals is located in the Kiruna area/ LKAB

Ad oggi, nessun elemento di terre rare viene estratto in Europa e, allo stesso tempo, la domanda dovrebbe aumentare drasticamente nei prossimi anni a causa dell’elettrificazione cui gli stati europei stanno ricorrendo per far fronte agli impegni di riduzione di CO2 di origine fossile: questo, spiega, Lkab, “porterà a una sotto-offerta globale, e di conseguenza a una fase di crescenti tensioni geopolitiche”. Secondo la valutazione della Commissione europea, la domanda di elementi di terre rare per auto elettriche e turbine eoliche, tra gli altri, dovrebbe aumentare di oltre cinque volte entro il 2030.

Oggi l’Europa dipende quasi totalmente dalle importazioni di questi minerali, in cui la Cina domina completamente il mercato, con una produzione annua di circa 130mila tonnellate (dati del 2019) e detenendo circa il 37 per cento delle riserve mondiali. Seguono gli Stati Uniti, con il 12 per cento, il Myanmar (10,5) l’Australia (10) e poi diversi paesi africani, generalmente instabili politicamente e caratterizzati da una forte influenza economica cinese. Dalla scoperta del giacimento di Kiruna può passare dunque la strada l’autosufficienza e l’indipendenza dell’Ue da Russia (per quanto riguarda i fossili) e Cina.

Fonte: www.lifegate.it