Marmo, le imprese a caccia di giovani tecnici

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Personale specializzato cercasi. Quella del reclutamento di profili formati anche nel settore del marmo, e in particolare per le aziende del Distretto di Verona, è diventata una progressiva e oggi costante problematica. Le innovazioni tecnologiche impongono una preparazione specifica anche nel settore lapideo, dove le maestranze utilizzano macchinari a controllo numerico come idrogetto e frese.

A Sant’ Ambrogio di Valpolicella, storico punto di riferimento per il comparto sia italiano sia internazionale, al termine di ogni ciclo di studi, trovano impiego la maggiore parte degli allievi del centro di formazione professionale «Arte e Automazione del Marmo», conosciuto comunemente come Scuola del marmo.

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Per gli studenti, il ciclo di studi del Cfp inizia conclusa la terza media. «Prima di finire il triennio», evidenzia Dario Marconi, coordinatore del centro, «gli studenti, grazie allo stage e per chi non prosegue, sono già tutti occupati». I ragazzi conseguono la qualifica professionale di operatore meccanico con valenza di programmatore e utilizzatore di macchine a controllo numerico, oppure di operatore delle lavorazioni artistiche, orientato alla progettazione e realizzazione di opere in marmo. Terminato il triennio, lo studente può continuare altri due anni, ottenendo il diploma professionale di tecnico di automazione industriale o tecnico delle lavorazioni artistiche.

Un’ulteriore opzione è rappresentata dal proseguimento nel quarto anno, diventando tecnici delle automazioni, oppure attraverso il passaggio all’istituto tecnico San Zeno o in altri istituti per completare il quinquennio e conseguire la maturità. «La maggiore parte dei nostri diplomati», ribadisce Marconi «al termine del triennio riceve proposte di assunzione». Non solo. «Durante l’annata non è inusuale ricevere telefonate da aziende, che chiedono i nominativi dei diplomati, o chiamate di imprenditori alla ricerca di personale in grado di iniziare a gestire macchine con tecnologia avanzata. Non a caso», precisa Marconi, «i cicli di studi si fondano su una parte teorica e una pratica».

Fonte: www.larena.it