In Afghanistan i talebani dopo 20 anni hanno ripreso il controllo delle risorse naturali, che un ex ministro delle Miniere del paese ha detto potrebbero valere fino a 3 trilioni di dollari.
Quella stima è stata fatta nel 2010 e le risorse potrebbero valere ancora di più, soprattutto quelle di rame e litio. L’Afghanistan è ricco anche di risorse come oro, petrolio, uranio, bauxite, carbone, ferro, gas naturale, cromo, piombo, zinco, pietre preziose, talco, zolfo, travertino, gesso e marmo.
Secondo le stime del ministero delle Miniere del governo afgano e del governo degli Usa, l’Afghanistan ha stimato che ci sono altri 28,5 milioni di tonnellate di rame nei giacimenti di porfido non scoperti, più di 2,2 miliardi di tonnellate di minerale di ferro, materia prima per la produzione di acciaio.
Le risorse d’oro erano sarebbero più modeste, mentre sono ubicati in più aree del paese i metalli di base alluminio, stagno, piombo e zinco. Inoltre l’Afghanistan ospita circa 1,6 miliardi di barili di petrolio greggio, 16 trilioni di piedi cubi di gas naturale e altri 500 milioni di barili di gas naturale liquido.
Infine nel terreno dell’Afghanistan si nasconde un’ultima risorsa importante, le terre rare. Conosciute in inglese con l’acronimo REE (Rare Earth-Elements), fanno parte di un gruppo di diciassette elementi della tavola periodica, in particolare lo scandio, littorio e i lantanidi.
Come il litio, anche le terre rare sono fondamentali nella produzione di diversi componenti tecnologiche. Gli impieghi di questi elementi variano dai superconduttori, ai magneti, alle componenti per automobili elettriche ed ibride.
Il rapporto americano del 2009 calcola in 1,4 milioni di tonnellate i giacimenti di terre rare in Afghanistan. Il solo giacimento di carbonatite, roccia ricca di questi elementi, di Khanneshin vale 89 miliardi di dollari in terre rare.
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