Il settore della pietra naturale italiana ha registrato performance positive nel 2023. L’export di materiali non lavorati è rimasto stabile nonostante il record del 2022, con una diminuzione di solo l’1% rispetto allo scorso anno.
La Cina si conferma come principale acquirente con un aumento del 2,7% delle importazioni, seguita dall’India al secondo posto con un incremento del 7,8%.
Anche l’export di lastre e prodotti finiti in pietre naturali ha ottenuto risultati soddisfacenti considerando il contesto internazionale. Il valore delle esportazioni è diminuito del 4,5% rispetto al 2022, anno di riferimento. Si sono registrati cali nelle esportazioni verso Stati Uniti (7,1%), Germania (6,7%), Svizzera (2%), Arabia Saudita (9,4%) e Austria (12,2%). Al contrario, sono aumentate le vendite verso Francia (5,5%), Emirati Arabi Uniti (24,2%), Regno Unito (0,6%), Australia (1,5%) e Marocco (14,4%).
È importante sottolineare che l’81,8% dell’export di lastre e prodotti finiti è stato destinato alle prime dieci nazioni importatrici, per un valore complessivo di 1,657 miliardi di euro nel 2023. Le esportazioni verso gli Stati Uniti sono state circa 3,4 volte quelle verso la Germania e oltre 4,4 volte quelle verso la Francia.
Un leggero incremento dello 0,2% ha caratterizzato il valore dell’export di macchinari, utensili e altre attrezzature per la lavorazione della pietra naturale italiana rispetto al 2022. Analizzando i principali dieci clienti di questo settore, si evidenzia un calo delle vendite verso Stati Uniti (15,1%), Spagna (0,4%), Germania (7,7%), India (10%), Francia (13,1%), Polonia (13,8%) e Regno Unito (11%). In controtendenza, si registra un aumento significativo delle esportazioni verso Turchia (27,3%), Canada (26,9%) e Portogallo (1,9%). È interessante notare che il Brasile (al dodicesimo posto) è stato superato dall’Algeria (undicesima) negli investimenti in tecnologia italiana. Gli Stati Uniti rimangono il principale importatore di macchinari italiani con circa il 15,6% del totale, importando quantità quasi 2,6 volte superiori a quelle dalla Spagna (secondo importatore).
Fonte: Markets Trends Analysis Office CONFINDUSTRIA MARMOMACCHINE Association