Si è svolta oggi, nella prestigiosa cornice di Palazzo Binelli a Carrara, la cerimonia di consegna dei diplomi della terza edizione dell’Executive Master in Ingegneria Mineraria applicata alle Pietre Ornamentali. Otto i protagonisti di questo importante traguardo, che hanno concluso con successo un percorso formativo altamente specializzato, promosso dalla Scuola di Master e Formazione Permanente del Politecnico di Torino e dalla Fondazione Marmo ETS, con il patrocinio del Comune di Carrara.
Il Master ha offerto 300 ore tra lezioni teoriche e attività sul campo, a stretto contatto con le realtà produttive del bacino apuano, con l’obiettivo di formare figure professionali capaci di affrontare le sfide tecnologiche e ambientali del comparto estrattivo con visione e competenza.
Durante l’evento, gli studenti hanno presentato i progetti sviluppati nel periodo di tirocinio, mostrando le competenze acquisite. Il momento più atteso è stato la consegna ufficiale dei diplomi a Diego Barbero, Henri Calza, Nicolò D’Elia, Marina Donati, Marco Ellena, Sara Innocenzi, Alberto Prospero e Raffaele Signoretti.
La giornata si è aperta con i saluti istituzionali della sindaca di Carrara Serena Arrighi, del rettore del Politecnico di Torino Stefano Paolo Corgnati e di un rappresentante della Fondazione Marmo. A seguire, interventi di alto profilo come quello di Francesco Canali, che ha raccontato l’impiego del marmo di Candoglia per il Duomo di Milano, e di Domenico Gullì, che ha analizzato le sfide dell’ingegneria mineraria. Molto partecipata anche la tavola rotonda moderata da Orlando Pandolfi, con esponenti del mondo accademico, istituzionale e imprenditoriale.
“La formazione è un investimento sul futuro del settore lapideo”, ha dichiarato Bernarda Franchi, presidente della Fondazione Marmo. Un pensiero condiviso anche da Pierpaolo Oreste, coordinatore del Master, che ha evidenziato il ruolo fondamentale della sinergia tra università e imprese. “Siamo orgogliosi – ha concluso la sindaca Arrighi – di ospitare iniziative che uniscono conoscenza, innovazione e valorizzazione del territorio”.