Verona: I rincari dell’energia investono il Distretto del marmo

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Verona Stone District è la società consortile che rappresenta tutte le aziende del settore lapideo della provincia di Verona e della Regione Veneto, essendo appunto uno dei distretti riconosciuti dalla Regione. Dire che Filiberto Semenzin, presidente del distretto del marmo, che nella nostra provincia è situato nella Valpolicella nella Valdadige e nella Valpantena, sia preoccupato dalla situazione dell’aumento dell’energia è poco. E’ l’angosci ia il sentimento prevalente degli operatori dei questo importante settore dell’economia veronese.

“Esprimiamo massima preoccupazione per l’eccessivo ed ingiustificato continuo aumento dei costi del gas e dell’energia elettrica, frutto di vere e proprie tremende logiche speculative. Le nostre aziende – spiega Semenzin- stanno ricevendo bollette raddoppiate ed in alcuni casi persino con aumenti del 500% rispetto allo scorso anno”.

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“Di fronte a questa situazione – continua il presidente del distretto lapideo- non può che crescere una grande angoscia per l’immediato futuro. Il rischio concreto, e già palesato da alcune imprese, è che i costi energetici diventino totalmente insostenibili, erodendo i margini dei bilanci e rendendo sconveniente la produzione. Così da costringere molte delle nostre PMI al razionamento delle lavorazioni, delle forniture o addirittura dalla chiusura”.

“Il prezzo del gas per MWh è più che triplicato, passando dagli 85€ del 1 giugno ai 280€ del 22 agosto con, a cascata, gli aumenti che inevitabilmente si ripercuotono sulla sostenibilità finanziaria delle nostre aziende”.

E si domanda “se, dietro a questi aumenti, oltre alle crisi internazionali in atto, non ci siano anche delle vere e proprie speculazioni. È noto per esempio che ENI, società posseduta per il 30,3% dallo Stato italiano abbia aumentato i profitti del primo semestre 2022 del 700% rispetto all’anno precedente”.

“Mentre alcune Società si stanno arricchendo a dismisura,- conclude Semenzin- le nostre aziende produttive hanno ricevuto al massimo un credito d’imposta del 20% per le aziende energivore e del 15% per le aziende non energivore e solo limitatamente al costo della componente energia delle bollette del secondo e terzo trimestre 2022. Troppo poco! Di fronte a questo scenario auspichiamo che il Governo in carica ed il prossimo in arrivo riescano a metter in campo delle soluzioni reali e concrete per supportare le nostre imprese al fine di evitare la desertificazione produttiva e di tutelare l’interesse strategico ed industriale del nostro settore e del nostro Paese”.

Fonte: www.giornaleadige.it