Cosa succederà al Pil e all’inflazione in Italia nel 2023

Photo by Michele Bitetto on Unsplash
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I primi sei mesi del 2023 saranno difficili, dal punto di vista economico, per l’Italia. Ma poi c’è ottimismo per quello che succederà nei successivi sei mesi dell’anno. La previsione è quella di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria. Parlando a Radio 24, il numero uno degli industriali tratteggia i possibili scenari per l’economia italiana non nascondendo un cauto ottimismo in vista della seconda parte dell’anno in corso.

Secondo Bonomi “avremo un anno caratterizzato per i primi sei mesi da alcune difficoltà, nel secondo semestre l’economia dovrebbe riprendere in maniera robusta”. Restano però dei timori, legati soprattutto alla possibile frenata degli investimenti. E proprio per questo motivo Confindustria continua a chiedere al governo di stimolarli il più possibile.

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In particolare la speranza è che vengano introdotti strumenti di supporto alle imprese proprio sul fronte degli investimenti, con l’auspicio che il sistema possa diventare sempre più competitivo e puntare a una reale crescita. E non manca, da parte di Bonomi, una previsione su ciò che può succedere sul lato dell’inflazione.

Bonomi presenta anche alcune stime sull’inflazione, che alla fine del 2023 potrebbe attestarsi intorno al 5-6%. Sempre, però, che non ci sia “un ulteriore aumento del prezzo del gas”. Difatti, spiega il presidente di Confindustria, l’inflazione deriva soprattutto dall’aumento del costo delle materie prime, in particolare quelle energetiche. Se questi aumenti dovessero rientrare, come sembra stia succedendo in questi giorni, è probabile che da settembre l’inflazione si possa ridurre in maniera forte. Ma ciò non avverrà prima di agosto.

Fonte: www.money.it