Focus Modern Architect: Zaha Hadid e il marmo

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“Sono sempre stata interessata al concetto di frammentazione e all’idea di astrazione ed esplosione, de-costruendo le idee della ripetitività e della produzione di massa”. – (Zaha Hadid, 2007)

Zaha Hadid è considerata uno degli architetti più importanti dei nostri tempi in quanto è riuscita a cambiare la scena architettonica contemporanea: una vera e propria “archistar” di fama mondiale e la prima donna a vincere il Pritzker Prize nel 2004. La sua carriera da architetto ha poi spaziato nell’interior design e nello sviluppo di prodotti di design.

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Nata a Baghdad nel 1950, ha studiato matematica presso l’Università americana di Beirut prima di trasferirsi in Inghilterra nel 1972, per frequentare i corsi dell’Architectural Association. Qui è entrata in contatto con El Lissistsky, Kazimir Malevich, Elia Zenghelis, Rem Koolhaas, Bernard Tschumi e Leon Krier, che sono stati i mentori della Hadid. Dopo la laurea nel 1976, ha continuato a frequentare gli ambienti dell’Architectural Association in qualità di docente fino al 1987. A Londra ha debuttato sulla scena internazionale, ottenendo un buon successo con l’esposizione di numerosi dipinti che descrivevano ambienti d’ispirazione costruttivista, realizzati a partire dagli anni Settanta: figurazioni visionare che, a posteriori, possono essere lette come testimonianza del ruolo cardine che il disegno ha sempre svolto nel processo creativo della Hadid. Ha poi fondato, sempre a Londra, nel 1979, il suo primo studio professionale, Zaha Hadid Architects (ZHA).

A partire dai primi anni Novanta, il linguaggio di Zaha Hadid ha subito una grande accelerazione verso il tema dominante di tutta la sua produzione (sia in termini di edifici che di interior design), ovvero il movimento inteso come rappresentazione di flussi che attraversano lo spazio e che si traducono in forme che la contraddistinguono sin dalle prime opere, di grandissimo impatto visivo. I primi progetti sono stati la caserma per i vigili del fuoco di Weil Am Rhein in Germania (nel 1993) e la stazione d’interscambio modale di Hoenheim-Nord a Strasburgo (1999-2001). Tra le sue opere architettoniche più importanti troviamo il MAXXI di Roma, il Rosenthal Contemporary Arts Centre di Cincinnati (in cui la strada si spinge fin dentro l’edificio), la stazione marittima di Salerno, l’Aquatics Centre, costruito a Londra per le Olimpiadi del 2012, la Guangzhou Opera House in Cina (2010) e la recente stazione ferroviaria per l’alta velocità di Napoli Afragola, inaugurata nel 2017 (un anno dopo la scomparsa dell’architetto).

Zaha Hadid e il marmo

Zaha Hadid ha espresso il suo concetto di architettura ed interior design anche attraverso il marmo, dando sempre a questa pietra una nuova vita, ma soprattutto, un nuovo movimento.

Un esempio di rinnovamento d’interni eseguito con il marmo è quello della hall della Southbank Tower a Londra. Lo studio di architettura ha qui costruito un nuovo mezzanino e un ascensore, la portineria e uno schema di illuminazione per la hall di 200 metri quadrati.

“Il design si è evoluto dal nostro lavoro reinventando gli spazi dei musei e delle gallerie d’arte di tutto il mondo; abbiamo qui creato nuove esperienze nello spazio che fossero coinvolgenti per la lobby della Southbank Tower e che migliorassero la materialità e i volumi della struttura originale”. Sposando marmo lucido e cemento con legno di noce e pelle, il design della hall incorpora una tavolozza di colori e materiali.

Altro esempio di utilizzo massiccio del marmo si trova a Dubai, nel distretto di Burj Khalifa. Eretta su una superficie di 84.345 metri quadrati, la struttura in questione è divisa in due torri distinte, unite da un atrio altrettanto grande al piano terra e da un corridoio/ponte a un piano rialzato.

L’edificio è composto da venti piani in superfici e sette piani sotterranei, che sono stati completati sette anni dopo l’inizio dei lavori. La sua peculiarità è proprio una grande fessura asimmetrica centrale, che consente di godere della vista e della città dal centro della struttura, tutto in netto contrasto con la forma quadrata e geometrica del cubo. La struttura esterna è completamente in vetro e acciaio, mentre gli interni sono di marmo. Il marmo qui è pensato per dare un aspetto futuristico alla struttura, con grande sensibilità scultorea.

Passando invece all’utilizzo del marmo nella sfera dell’interior design, nel 2015 la Hadid ha creato una serie di vasi e tavoli per l’azienda italiana Citco, tutti interamente in marmo.

Ogni vaso è modellato con solchi e creste intagliati che corrono lungo i lati delle forme arrotondate, finendo in un anello di picchi altrettanto arrotondati. I vasi sono disponibili in quattro diversi tipi di marmo. Troviamo poi i tavoli “Luna”, interamente realizzati con marmo di Carrara.

Un ultimo pezzo di grande fama della collezione è il camino che, con la sua forma curvilinea, esprime la tensione tra esterno e interno. Questo è in marmo nero Marquina: la finitura altamente lucida riflette in questo modo la fiamma, esaltando il design fluido, mentre la luce danza lungo tutta la superficie.

Fonte: www.marmomac.com