L’alabastro di Volterra: scopriamo questa pietra unica nel suo genere

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La cittadina toscana di Volterra, culla della Civiltà Etrusca, è da sempre considerata un punto di riferimento illustre per l’estrazione e la lavorazione dell’alabastro: un materiale mutevole, delicato, lucente ed elegante, con il quale creare lavori artistici e di artigianato di manifattura sopraffina.

Ecco cosa sapere sull’alabastro di Volterra!

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l’alabastro di Volterra, il più pregiato d’Europa

L’alabastro di Volterra, riconosciuto come il più pregiato d’Europa, è un solfato di calcio bi-idrato: la formazione dei depositi di gesso di cui sono composti i blocchi di alabastro, presenti nel territorio volterrano in cave a cielo aperto (come quelle di Castellina) o in gallerie – sotto forma di blocchi compatti o di forma ovoidale di varie dimensioni – risale a un periodo compreso tra i 26 e i 7 milioni di anni fa.

Ogni cava genera una tipologia di alabastro diversa per aspetto e consistenza in base alla composizione chimica del terreno: di conseguenza, le varietà meno ricche di inclusioni risultano bianche e trasparenti, mentre le inclusioni di argilla e ossidi metallici producono alabastri tendenzialmente grigi con venature. Al contrario, le colorazioni ambra, giallo e rossastro sono dovute ad ossidi e idrossidi metallici, ferro in primis.

L’alabastro costituisce un minerale molto duttile, che si lavora più facilmente del marmo: ancora oggi si usano gli stessi strumenti e tecniche del passato per lavorarlo e ottenere dei capolavori pregiatissimi. In passato, presso le civiltà micenee e nell’antico Egitto, veniva utilizzato per i rivestimenti di pareti o per la realizzazione dei vasi funebri, ma furono gli Etruschi a farne un ampio utilizzo per costruirne urne e sarcofagi. L’utilizzo ornamentale giunto fino ai nostri giorni, invece, vide il suo massimo splendore nell’epoca Medievale.

la lavorazione e l’estrazione

L’alabastro si ricava da blocchi o “arnioni” di forma ovoidale (conosciuti anche col nome di ovuli) di peso e volumi diversi, che si trovano a profondità variabili da 2 fino a 300 metri e, a seconda delle differenti composizioni chimiche del terreno, presentano aspetto e colorazione assai diversi in base al materiale di riferimento. Altri fattori che differenziano i blocchi sono la maggiore o minore trasparenza, oltre alla distribuzione e tonalità delle venature. Sia nelle cave a cielo aperto che in quelle sotterranee l’estrazione dei blocchi avviene sempre manualmente. Le lavorazioni che può subire l’alabastro sono differenti:

  • Tornitura: il lavoro inizia con la segatura del blocco e, dopo aver riportato sul pezzo la sagoma dell’oggetto desiderato, prosegue con la sbozzatura. Il pezzo viene infine incollato al tornio per essere svuotato e sagomato.
  • Squadratura: prevede la valutazione della quantità di pietra a disposizione e l’individuazione del taglio adeguato per evitare spreco di materiale nella realizzazione di un’opera.
  • Scultura: quando l’oggetto riproduce un modello già esistente, le misure sul blocco vengono definite con il pantografo. Si passa poi alla sbozzatura vera e propria e si conclude con la finitura. Se, al contrario, l’opera è originale, il lavoro procede nello stesso modo tranne che per l’uso del pantografo.
  • Ornatura: l’artigiano ornatista lavora sul pezzo semilavorato, fornitogli dal tornitore. Il suo compito è quello di eseguire i vari trafori, gli intagli e le decorazioni.
  • Lucidatura: fondamentale per conferire all’oggetto finito la trasparenza e la bellezza tipiche dell’alabastro. Oggi è frutto del lavoro di apposite macchine, ma in passato si trattava di un’operazione manuale lunga e delicata.

come si riconosce l’alabastro?

L’alabastro rappresenta una pietra gessosa dalle colorazioni diverse a seconda del suo grado di purezza: la sua luminosità ed eleganza ne hanno determinato il successo nel corso dei secoli e, seppure si possano ritrovare cave di questo materiale anche in Spagna, Brasile e Romania, quello di Volterra è quello universalmente riconosciuto come il più pregiato. Dallo Scaglione al Cinerino, le varietà di alabastro si differenziano per colore e grado di trasparenza, ma rimangono immutate la facilità di lavorazione e la sua bellezza senza tempo.

Fonte: www.marmomac.com