L’Italia è uscita dalla Nuova via della seta della Cina

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Senza fare troppo rumore, l’Italia ha voltato le spalle alla Cina, abbandonando definitivamente la sua partecipazione alla Belt and road initiative, il colossale progetto economico e politico, lanciato nel 2013 da leader Xi Jinping e conosciuto anche come Nuova via della seta. Roma e Beijing hanno deciso di non diffondere alcun comunicato ufficiale per annunciare il divorzio. Lo ha riferito in esclusiva il Corriere della sera.

Il governo Meloni aveva esplicitato da tempo la sua intenzione di sfilarsi dall’iniziativa, dopo appena quattro anni dall’adesione. Il Memorandum sulla via della seta era stato firmato durante il primo governo guidato da Giuseppe Conte, a cui partecipava anche la Lega, a marzo 2019. L’intesa prevedeva accordi fino a 20 miliardi di euro, ma dopo due anni di pandemia da Covid-19, la contrarietà degli Stati Uniti e vari cambi di governo in Italia, di questi soldi non se ne è vista nemmeno l’ombra.

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Per la diplomazia cinese si tratta di un fallimento, avendo perso l’unico paese del G7 entrato nel progetto, pertanto è stato deciso di non fare alcuna pubblicità alla disdetta italiana. La Belt and road, infatti, non sta godendo di ottima salute, per ragioni di natura finanziaria dovute alla pandemia e alle recenti crisi internazionali, e l’uscita dell’Italia potrebbe pesare anche sulle scelte di altri governi.

Dall’altra parte, Roma ha accettato di mantenere il basso profilo richiesto da Beijing, così da pacificare le sue relazioni con la seconda economia mondiale, importantissimo mercato per il settore del lusso made in Italy. Anche per questo, dopo settimane di trattative, la nota di addio all’iniziativa inviata al governo cinese è stata accompagnata da una lettera in cui l’esecutivo di è impegnato a rilanciare il partenariato strategico che lega i due paesi da oltre dieci anni, ma mai approfondito più di tanto.

Tuttavia, non è chiaro quali passi effettivi vorrà compiere il governo Meloni in questa direzione, dato il momento di scontro commerciale tra Cina e Stati Uniti, in particolare rispetto al settore tecnologico e delle materie prime. Tensione che si riflette anche nei rapporti tra Cina e altri paesi europei, che recentemente hanno imposto una drastica riduzione del ruolo dei fornitori digitali cinesi nelle loro economie, come nel caso della Germania.

Fonte: www.wired.it

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