Il marmo bianco di Ambaji (AWM), celebre per il suo utilizzo nell’architettura religiosa sin dai tempi antichi e ora sempre più apprezzato anche nelle abitazioni private, ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta (IGP) dall’Ufficio di Controllo Generale dei Brevetti, Disegni e Marchi (CGPDTM).
Estratto fin dall’Alto Medioevo dalle cave di Ambaji, nel distretto di Banaskantha del Gujarat, questo marmo è diventato uno dei più ricercati in tutta l’India. La sua qualità è data dalla sua struttura a grana fine, uniforme e compatta, che rappresenta un vero e proprio punto di riferimento per la classificazione dei marmi pregiati.
Ambaji, infatti, è famosa per il suo marmo bianco, caratterizzato da una candore eccezionale, con una percentuale di bianco che raggiunge valori compresi tra il 95,80% e il 96,30%. La sua composizione chimica comprende ossido di silicio, ossido di calcio, ossido di magnesio, ossido di ferro, ossido di alluminio e, in misura prevalente, ossido di calcio.
L’ottenimento del marchio IGP è stato possibile grazie al Centro per la Facilitazione della Proprietà Intellettuale della Confederazione dell’Industria Indiana (CII), istituito dal Ministero delle Micro, Piccole e Medie Imprese del governo indiano.
Un ruolo fondamentale è stato svolto anche dallo Stone Artisan Park Training Institute (SAPTI), dal Commissario di Geologia e Miniere del Gujarat, dal Dipartimento Industrie e Miniere e dal Banaskantha Collectorate, tutti enti chiave del governo statale.
L’assegnazione del riconoscimento IGP non solo tutela i diritti legali degli artigiani e di tutti gli operatori del settore, ma contribuisce anche a migliorare le condizioni di vita dell’intera regione. Si stima infatti, come dichiarato da un funzionario governativo, che circa 200 micro, piccole e medie imprese (PMI) dipendano fortemente dalla produzione del marmo bianco di Ambaji.
Fonte: www.ahmedabadmirror.com