Lavorazione del marmo: È il peso di corrente e carburanti

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Sono arrivate pesanti come blocchi di marmo, triplicando le spese energetiche così ad un settore che a livello di mercato, in Versilia, se la sta passando piuttosto bene

Fabrizio Palla, membro del Cda oltre che presidente della sezione lapidei e varie di Confindustria Toscana nord, descrive una situazione da grattacapi.

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“Il caro energia – dice – è stato pesantissimo. Avevamo fatture di energia elettrica da 30-35 mila euro, ma ad agosto è arrivata una mazzata da 100mila euro. Ciò comporta un’impennata dei costi, dal 10% al 38%, in tutti i processi della produzione”.

Tra gli esempi citati da Palla ci sono il taglio del marmo e del granito, che in seguito ai rincari registrano un incremento, rispettivamente, dell’11% e del 25%. Per non parlare del lucidatore, con aumenti dal 23% al 38%.

“Sono processi energivori – prosegue – avendo macchine che hanno un assorbimento molto alto. Per questo l’impatto è stato grosso. Queto si somma a tutta una serie di eventi, come l’aumento dei trasporti per problemi dovuti alla guerra. O la questione della marmettola, che ora non si può più smaltire come prima, con i costi passati da 14 a 30 euro a tonnellata. Un pacchetto di impennate anomale a cui va aggiunta l’inflazione che galoppa. Ogni cosa che succede nel mondo poi si riflette sull’economia: capisco la Cina, non appoggia la Russia perché ha bisogno di stabilità”.

Fonte: www.lanazione.it