Le imprese del cluster lapideo veronese: più raggruppamenti per partecipare alle gare e un brand riconoscibile a livello internazionale
Conoscere meglio le imprese del distretto, ascoltare le loro esigenze ed offrire servizi mirati per la crescita del comparto, che in Veneto, l’anno scorso ha superato i 564 milioni di euro di fatturato solo oltreconfine.
Con questo obiettivo Verona Stone District, la società consortile a capo del cluster del lapideo veneto, riconosciuto dalla Regione e tra i più importanti al mondo nel settore – conta 734 aziende e oltre 5.500 addetti impegnati nell’estrazione, lavorazione e commercializzazione di marmo e pietra naturale nelle province di Verona e di Vicenza – ha commissionato alla società Research Dogma coordinata dall’agenzia Komma una ricerca di cui sono stati presentati i primi risultati, in occasione della 57esima edizione di Marmomac.
I dati, non ancora definitivi, danno tuttavia il senso delle richieste delle imprese che, attraverso consorzi ed organizzazioni di categoria locali – Asmave, Val di Pan, Apindustria Verona – sono fondatrici del Verona Stone District.
«Le prime elaborazioni (la raccolta delle risposte è iniziata a luglio e sarà completata il prossimo mese, ndr) ci indicano il perimetro d’azione relativo al quale le imprese chiedono aiuto: il commercio internazionale ed il capitale umano», afferma Fabrizio Fornezza, partner di Research Dogma. La prima istanza, molto sentita visto che per il 92% delle rispondenti l’export rappresenta una quota importante del giro d’affari, in costante crescita, è generata in parte dalla frenata degli ordinativi del marmo italiano sui principali mercati di sbocco, che si sta manifestando in questi mesi. Secondo i dati Istat, elaborati dal Centro Studi di Confindustria Marmomacchine, i due segmenti del sistema marmo hanno avuto andamenti contrapposti: le tecnologie in aumento rispetto al gennaio-giugno 2022, i materiali, invece, in calo. Le vendite estere complessive della filiera italiana (materiali lapidei con tecnologie d’estrazione e lavorazione), si sono rivelate stabili rispetto alla prima metà dell’anno scorso (+0,1%), attestandosi a 1 miliardo 566 milioni di euro. In particolare, a livello locale, secondo l’elaborazione del servizio Studi e ricerca della Camera di Commercio di Verona su dati Istat, il primo semestre ha chiuso a 213,5 milioni di valore delle esportazioni scaligere (-9,7%) e 11,4 milioni di importazioni (il cluster si caratterizza per expertise nelle lavorazioni, ndr). Meno impattato, il business delle aziende vicentine che hanno venduto oltreconfine materiale per 41,5mln (-0,8%) ed acquistato per 1,5mln di euro.
«La richiesta è che all’estero il distretto sviluppi attività di marketing e campagne di comunicazione per promuovere e qualificare la filiera in Europa occidentale (86%) e Nord America (51%) sbocchi per la quasi totalità delle imprese locali, ma in forte affanno nei primi mesi dell’anno, oltre che verso mercati su cui occorre affermarsi meglio come l’Est Europa, in particolare la Polonia, i ricchi paesi del Golfo Persico, Arabia Saudita, Iran, Iraq e Turchia (12%)», prosegue Fornezza mentre scorre le tabelle camerali che indicano cali a doppia cifra verso gli Usa, prima destinazione per i prodotti veneti (-20,8%) e Germania (-13,6%). In flessione sono anche gli acquisti da Austria, Polonia, Paesi Bassi, Svizzera. In Medio Oriente e nel Golfo le cose vanno decisamente meglio, con incrementi significativi pure in Israele.
Fonte: www.ilsole24ore.com