Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: la struttura degli investimenti in Italia

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Dopo la prima ondata, i Governi europei si sono accordati sul volume degli stanziamenti del Recovery Fund, lo strumento messo a punto da Bruxelles per affrontare le sfide economiche e sociali della pandemia.

Nel caso dell’Italia, prima beneficiaria degli aiuti europei, si tratterà di 191,5 miliardi di euro, divisi tra prestiti e finanziamenti a fondo perduto, a cui si andranno ad aggiungere i 30 miliardi di un fondo complementare, per una dotazione complessiva di 221,5 miliardi.

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L’obiettivo è condiviso da tutti gli Stati membri: rilanciare le economie nazionali e dare respiro al tessuto sociale dopo un anno di rigide restrizioni e perdite macroscopiche dei volumi del PIL.

Per l’Italia, nello specifico, l’ambizione è di affrontare le debolezze strutturali dell’economia, come i perduranti divari territoriali, il basso tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro, la debole crescita della produttività e i ritardi nell’adeguamento delle competenze tecniche, nell’istruzione e nella ricerca.

Secondo le stime, un PNRR coerente e ambizioso, che sappia disegnare una mappa degli investimenti e delle riforme efficiente, potrebbe portare ad una crescita media del PIL nel 2022-2026 dell’1,4% più alta rispetto al 2015-2019, con il PIL 2026 al +3% rispetto allo scenario di base.

PNRR: la struttura degli investimenti in Italia

I 221,5 miliardi di euro sui quali potrà contare il Governo italiano saranno destinati a finanziare degli investimenti in diversi rami dell’economia nazionale, così come previsto dalla bozza del Mef. Sei le direttrici:

  • Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: l’obiettivo, in quest’area, è di promuovere e sostenere la trasformazione digitale del paese e l’innovazione del sistema produttivo. I 43,5 miliardi stanziati verranno utilizzati principalmente per digitalizzare la pubblica amministrazione, incentivare la transizione digitale, rafforzare la banda ultralarga e le connessioni veloci, sostenere le filiere, l’internazionalizzazione e gli investimenti in tecnologie satellitari e rilanciare il turismo e il settore della cultura.
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica: obiettivo dichiarato, migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico tramite una transizione equa e inclusiva. I 57,5 miliardi stanziati serviranno a finanziare investimenti per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, puntare sulle fonti rinnovabili, potenziare le reti elettriche, incrementare l’efficienza energetica degli edifici, ridurre i rischi di dissesto idrogeologico e rafforzare le infrastrutture idriche.
  • Infrastrutture per la mobilità sostenibile: l’Italia intende sviluppare anche una infrastruttura di trasporto moderna e sostenibile. 25,3 miliardi saranno utilizzati per i trasporti ferroviari ad alta velocità, per introdurre lo European Rail Transport Management System e per modernizzare le linee ferroviarie regionali e creare uno sportello unico doganale.
  • Istruzione e ricerca31,6 miliardi, poi, verranno investiti per rafforzare il sistema educativo e la ricerca. Previste nuove risorse per gli asili nido e le materne, una scuola 4.0 moderna, cablata e orientata all’innovazione, un risanamento strutturale degli edifici scolastici e un rafforzamento della formazione professionalizzante e della filiera della ricerca e del trasferimento tecnologico, oltre ad una riforma dei programmi di dottorato e dei corsi di laurea.
  • Inclusione e coesione: altri 17,8 miliardi saranno invece impiegati per facilitare la partecipazione al mercato del lavoro e favorire l’inclusione sociale. Si prevedono politiche attive del lavoro, uno sviluppo dei centri per l’impiego, ulteriore sostegno all’imprenditorialità femminile, il rafforzamento dei servizi sociali e la rigenerazione urbana dei comuni sopra ai 15.000 abitanti.
  • Salute: infine, stanziati 15,6 miliardi per rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, che dovranno essere anche modernizzati e digitalizzati. Nello specifico, alcune delle azioni previste riguardano il rafforzamento dell’assistenza di prossimità, quella domiciliare e della telemedicina, un aggiornamento del parco tecnologico e delle attrezzature per diagnosi e cure e un miglioramento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati.

Fonte: www.money.it