“Export, sfruttare i nuovi accordi con Giappone e Vietnam”

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L’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto) stima un calo fino al 13% per il 2020 – ma anche accresciuto la tendenza al protezionismo. Bisogna però saper guardare avanti. Riccardo Garosci, presidente di Aice, l’Associazione italiana commercio estero, e vicepresidente di Confcommercio – intervenuto all’audizione della commissione Affari esteri e comunitari della Camera – ha sottolineato l’importanza di «attivare progettualità legate alle importazioni strategiche, con l’obiettivo di rendere più fluido il flusso di merci e rendere più competitivo in esportazione il comparto manifatturiero.

Azioni di sostegno e razionalizzazione dei processi di import non possono che produrre risultati positivi per l’intero sistema Paese: sia come minori prezzi d’acquisto di materie prime e beni intermedi, sia per il vantaggio competitivo che può derivare alle imprese italiane. L’export è stato e continua ad essere l’unica componente positiva della domanda aggregata, rivelandosi uno strumento essenziale di crescita e sviluppo per le imprese»: nel 2019 sono stati 135.760 gli operatori italiani impegnati nelle esportazioni (fatturati superiori ai cinque milioni di euro per l’8% delle imprese).

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Lo scorso anno e in questo 2020, ha proseguito Garosci «sono divenuti operativi gli accordi con Giappone e Vietnam con benefici per le esportazioni italiane. Aice si impegna perché l’Unione europea continui sulla via delle riduzioni delle barriere tariffarie e non tariffarie, nella semplificazione e facilitazione degli scambi» in una «cornice fatta di regole certe e condivise. Gli accordi di libero scambio – sottolinea Garosci – sono, in questo momento, una grande opportunità per le imprese» e occorre saperne cogliere le potenzialità.

Fonte: www.themeditelegraph.com