Export italiano, prevista forte ripresa per il 2021

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Nonostante la pesante contrazione dell’export. I dati relativi ai primi sei mesi dell’anno segnano infatti una flessione del 15,3% rispetto allo stesso periodo del 2019 –  la dinamica attesa per il 2021 è di forte espansione. Tanto più intensa sarà la caduta degli scambi globali, e quindi delle esportazioni italiane nell’anno in corso, tanto più rapida sarà la risalita nel 2021. Ecco l’analisi del mercato secondo il Rapporto Export 2020 realizzato da Sace.

Per la sua natura di evento estremamente raro e imprevedibile, ma con impatto di grande portata, lo shock da Covid-19 è stato comunemente ribattezzato come il “cigno nero”, riprendendo l’espressione coniata per la prima volta nel 2007 dal matematico filosofo Nassim Nicholas Taleb nel suo noto saggio “The Black Swan”. Tuttavia Taleb, – scrive Alessandro Terzulli, Chief Economist di Sace nell’introduzione al Rapporto Export 2020 – ha recentemente definito l’attuale crisi pandemica in modo diverso: ‟La pandemia non è un cigno nero ma il presagio di un sistema globale più fragile. […] Il grande pericolo è sempre stata troppa connettività. Il proliferare delle reti globali, sia fisiche che virtuali, inevitabilmente incorpora più rischi in un sistema maggiormente interdipendente e “fragile”. […] Qualsiasi evento negativo lungo queste linee può creare una valanga – un vero cigno nero – nello stesso modo in cui il guasto di un singolo trasformatore può far collassare una rete elettrica”.

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Che l’evento sia un “cigno nero” oppure un “cigno bianco”non è ininfluente dal punto di vista della comprensione della fase che stiamo vivendo, dei relativi effetti sull’economia globale e delle implicazioni per il futuro che ne derivano, si afferma nel Report. Se in termini di intensità degli effetti è ormai chiaro che l’impatto economico del Covid-19 sarà simile, o anche maggiore, a quello del crollo di Lehman Brothers nel 2008, possiamo riscontrare differenze anche significative in quelle che saranno le tempistiche dell’aggiustamento.

Uno shock di natura finanziaria, specie se originato dal settore bancario, tende a propagare i suoi effetti su un arco temporale generalmente lungo e le sue ripercussioni economiche possono essere permanenti, osserva Terzulli.. La dinamica dei volumi del commercio internazionale dell’ultimo decennio, fatti salvi i rimbalzi registrati nel biennio 2010-11, ce lo confermano. Il Covid-19 può essere invece assimilato quasi più a un disastro naturale. L’evidenza empirica mostra come gli effetti di una crisi causata da un disastro naturale tendano a essere temporanei e riassorbiti più rapidamente. A differenza però di un terremoto o di un uragano (che per definizione sono eventi istantanei), la durata della pandemia è variabile e al momento ancora non del tutto nota al mondo scientifico.

Partendo da queste considerazioni, e con tutte le cautele relative alle difficoltà di condurre un esercizio di previsione in presenza di uno shock che non solo colpisce congiuntamente offerta e domanda ma alimenta significativamente l’incertezza, Sace propende per uno scenario dove, tanto più intensa sarà la caduta degli scambi globali, e quindi delle esportazioni italiane nell’anno in corso, tanto più rapida sarà la risalita nel 2021.

Considerate le possibili variabili si pensa quindi si possa registrare una ripresa a “V”, o quanto meno più a “V” che a “U”. Alla chiusura del prossimo anno, quindi, il nostro export avrà recuperato quasi completamente il terreno perso, con ritmi di crescita storicamente apprezzabili negli anni successivi. Questa performance sarebbe ovviamente preclusa nel caso dei due scenari peggiorativi alternativi , ma con minori probabilità di accadimento, in cui il pieno recupero dei valori esportati pre-crisi Covid-19 avverrebbe in maniera più lenta. I risultati – si sottolinea nel Report Sace – saranno inoltre molto diversi in base ai settori e ai mercati di destinazione delle nostre vendite. La ripartenza presenterà infatti un certo grado di eterogeneità.

Fonte: newsimpresa.it