Come si ottiene il marmo a macchia aperta?

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La lavorazione del marmo vanta origini antichissime: da migliaia di anni fa, la sapienza della lavorazione artigianale dell’industria lapidea viene riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo. Anche molto prima dello sviluppo di tecnologie che permettessero lavorazioni elaborate e complesse della pietra, la sperimentazione artigianale sviluppava lavorazioni a dir poco innovative. Tra queste, una delle più conosciute e apprezzate è il marmo a macchia aperta, una tipologia di lavorazione particolarmente raffinata e di lusso in grado di rendere un qualsiasi ambiente unico e di classe.

il marmo a macchia aperta

Il marmo a macchia aperta è una tecnica di lavorazione e di messa in posa di un rivestimento o un pavimento in marmo. Questo tipo di lavorazione è molto particolare, in quanto in grado di far sì che le venature delle lastre di marmo riescano insieme a creare un disegno solitamente di forma romboidale: il risultato sono geometrie e di assoluta unicità. Proprio perché durante questo tipo di lavorazione le lastre di un unico blocco di marmo vengono aperte e affiancate come fossero pagine di un libro, in inglese si parla di marmo “open book”, oppure “book matched”.

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la tecnica di lavorazione

Realizzare un marmo a macchia aperta richiede una lavorazione piuttosto insolita, preceduta da una grande conoscenza del materiale e delle tecniche artigianali di lavorazione. Il processo inizia dal marmo grezzo: il blocco deve essere attentamente scelto e selezionato. Solo un occhio esperto sa valutare eventuali, e anche minimi, difetti strutturali che possono intralciare il lavoro poiché, per realizzare questo tipo di lavorazione, non tutti i marmi sono adatti.

È consigliata la scelta di pietre particolarmente venate, oppure “orientate”, come direbbe un artigiano esperto: solo in questo modo sarà possibile ottenere un disegno a specchio dai toni decisi e definiti. Marmi come il calacatta, l’arabescato, le onici o le quarziti sono particolarmente adatti ad essere lavorati a macchia aperta: proprio perché caratterizzati da imponenti venature, sono in grado di restituire disegni più netti e visibili.

Altre tipologie di marmo che si prestano a questo tipo di lavorazione sono: il Nero Marquina, il Giallo Siena, il Rosso Francia o il Verde Alpi. Se si desidera ottenere un effetto più soft, invece, è consigliabile scegliere un marmo prezioso come il candido Bianco Carrara. Per un disegno più originale, invece, è necessario scegliere una pietra con venature lunghe e dritte, che consentirebbe di realizzare disegni dalle linee più quadrate che romboidali.

come si ottiene

Innanzitutto, per riuscire ad ottenere un effetto organico e d’impatto, nella lavorazione del marmo a macchia aperta è preferibile utilizzare segmenti di grandi dimensioni, che permettano di posare l’intera venatura. Una volta scelto il blocco di marmo ideale, è necessario procedere al taglio tramite il cosiddetto processo di segatura. Una volta tagliate le varie lastre di marmo, seguendo la linea della venatura, bisognerà poi fresare e lucidare il marmo in modo alternato: verranno lucidati sia il lato frontale della prima lastra di marmo, sia il lato posteriore della seconda lastra, ossia quello speculare. Questa è la fase più importante, che permette poi, in fase di posa, di poter ottenere un effetto disegnato con la pietra. Arrivati al momento della posa, le lastre vengono pre-posate in fabbrica, numerate progressivamente e affiancate a specchio per ricreare un disegno perfetto, che percorre senza interruzione le venature del marmo.

Fonte: www.marmomac.com

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