Nel suo nuovo rapporto, il Fondo Monetario Internazionale presenta gli effetti a breve e lungo termine della pandemia sul prodotto interno lordo (PIL) globale. Secondo il rapporto, l’impatto principale è sulla catena di approvvigionamento.
La diffusione della variazione Omicron ha condotto molti paesi ad annunciare nuove restrizioni alla mobilità e misure di protezione. Oltre a queste restrizioni, fattori come l’alta domanda di beni di consumo, la congestione nei porti, le restrizioni sulle linee di navigazione e la carenza di camion hanno causato gravi problemi nella catena di approvvigionamento.
Più specificamente, il FMI nel suo rapporto ha presentato dati che indicano che il commercio marino è il settore più danneggiato della catena di approvvigionamento globale con un calo dello 0,5-1,0% della crescita economica e un aumento dell’inflazione dell’1,0%.
Allo stesso tempo, il rapporto prevede un ulteriore calo della crescita dal 5,9% nel 2021 al 4,4% nel 2022 e al 3,8% nel 2023. Al contrario, si prevede che l’inflazione aumenti in media del 3,9% nelle economie avanzate e del 5,9% nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo.
Infine, il rapporto prevede anche che i problemi affrontati dalla catena di approvvigionamento si attenueranno gradualmente con lo spostamento della domanda dai beni ai servizi nel corso del 2022.